Mi trovo nella “Casa del Fattore”, a lato della casa padronale. Qui, nella camera Ametista, scostate le tende di lino, sono comodamente seduto sulla poltrona di vimini e guardo il giardino. Il silenzio è interrotto solo dal cinguettio di passerotti e dal lieve stormire delle fronde. Le superfici ritagliate, luccicanti, delle risaie riflettono i raggi del sole, sono come un mare a quadretti che naufraga ai piedi delle colline. La camera è fresca ed accogliente.
Sul pavimento è posata una decorazione in cotto a giglio di Francia e tutto è coordinato nei colori caldi: la testiera del letto, applicata alla parete, è in tessuto gobelin fantasia e ricorda il provenzale - c’è il rosso, il verde, e il giallo che dà allegria. Comodini e scrittoio in legno scuro indonesiano, guardaroba in legno chiaro, lasciato grezzo, dal sapore shabby chic.
Nel bagno ritorna la gamma cromatica della camera: il colore crème, il camoscio chiaro e lo scuro. L’Ametista è semplice e confortevole, sulla grande parete chiara un dipinto moderno richiama l’idea del quarzo violaceo, ma temperato dall’oro e dall’acciaio.
Mi muovo e il leggero scricchiolio della poltrona quasi mi risveglia: la piscina là fuori è invitante, ma lo è anche la sdraio all’ombra. Forse mi deciderò per una passeggiata in bicicletta, magari domani.